13 - 14 settembre
10^ Pedalata della memoria
I° Memorial Enrico Simonelli
Vicarello (LI) - Stia (AR)

10-09-2025 / 10-11-2025 - PEDALATE DELLA MEMORIA
Sabato 13 e domenica 14 settembre si svolgerà la Pedalata della memoria, giunta alla sua decima edizione, I° Memorial Enrico Simonelli.

Quest'anno la Pedalata ricorderà la strage di Vallucciole, Stia, della Pasqua 1944.

Come sempre la manifestazione si dividerà in due parti: una sportiva che vedrà protagonisti i ciclisti, e una che coinvolgerà anche gli accompagnatori.

Pedalata

Quest'anno la pedalata si dividerà in due tappe. La prima tappa, quella di sabato 13 settembre, porterà i ciclisti da Vicarello a Rufina ed è lunga circa 115 chilometri con un dislivello di circa 850 metri. La seconda, quella di domenica 14, porterà da Rufina a Stia. Molto breve, 30 chilometri circa, comprende però l'impegnativo Passo della Consuma, con un dislivello di quasi 1000 metri.



Manifestazione

All'arrivo dei ciclisti è prevista una cerimonia al cimitero di Stia, visto che il luogo dell'eccidio non è raggiungibile con le bici da strada. Alla cerimonia parteciperanno anche gli accompagnatori, partiti in pullman da Vicarello nella mattinata. Durante la cerimonia che si svolgerà alla presenza dei rappresentanti del Comune di Pratovecchio-Stia, che ha patrocinato l'evento, l'U.S. Vicarello 1919 consegnerà alle autorità locali un artistico trofeo in vetro realizzato da Alessandro Guidi, socio della Società.



Pranzo e visita a Stia

Dopo il pranzo la comitiva si recherà in visita presso alcuni siti di interesse che si trovano a Stia fra cui il museo della lana e quello del bosco e della montagna, conosciuto come museo dello sci.



Il ritorno a Vicarello è previsto per il tardo pomeriggio.



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La strage di pasqua a Vallucciole

Vallucciole è un piccolo borgo dell'alto Casentino, situato sul versante meridionale del Monte Falterona, appartenente all'attuale comune di Pratovecchio-Stia. Il 13 aprile 1944 fu teatro della prima strage nazista di massa avvenuta in Toscana opera di due formazioni della divisione Hermann Göring, forti di circa 800 uomini, che invasero la piccola vallata, saccheggiando le abitazioni, distruggendo le case ed uccidendo i civili che incontrarono durante il loro cammino.

Le truppe naziste occuparono, perquisirono e distrussero tutti i centri abitati che incontrarono nel corso dell'avanzata. Dovunque si ripetè la medesima scena: i soldati facevano irruzione nelle abitazioni, prelevavano gli uomini abili al trasporto delle casse di munizioni e degli oggetti depredati dalle case, mentre donne, bambini ed anziani venivano massacrati sul posto. Successivamente le case venivano distrutte. Nel corso della giornata non mancarono le violenze sessuali ai danni delle donne, testimoniate in particolar modo nel caseggiato di Moiano di Sopra, dove vennero abusate prima di essere barbaramente uccise. Due anziani e un non vedente, incapaci di seguire la colonna, furono ammazzati sul posto.

Una volta terminata la distruzione e la perquisizione delle case, le colonne proseguirono il loro cammino in direzione del Monte Falterona, alla ricerca delle formazioni partigiane segnalate dalle autorità fasciste locali. Conclusasi quest'ultima fase dell'operazione senza che fossero intercettate formazioni partigiane, la colonna tornò a valle, dove vennero infine uccisi gli uomini che erano stati utilizzati per il trasporto delle munizioni e degli oggetti frutto della precedente razzia.



Le vittime del massacro furono 108.

La furia nazista non risparmiò nessuno e non si fermò nemmeno di fronte alla presenza dei più piccoli. Nel corso dell'avanzata vennero uccisi bambini appartenenti a tutte le età: undici furono le vittime con meno di dieci anni. A Vallucciole avvenne probabilmente l'episodio più macabro, l'uccisione di Angiola Vadi Gambineri e del figlio Viviano, partorito pochi mesi prima

Ancora oggi, storici e comunità locali non sono concordi nell'individuare la causa che scatenò il massacro. A lungo è prevalsa la versione che attribuisce la responsabilità della strage all'uccisione a Molin di Bucchio di due soldati tedeschi da parte dei partigiani della Faliero Pucci, avvenuta l'11 aprile, appena due giorni prima della strage di Vallucciole.

Negli ultimi anni gli studiosi hanno ridimensionato tale interpretazione, collocando la strage all'interno di una grande operazione di rastrellamento promossa dai comandi nazisti.

Questa versione però non pare sufficiente a giustificare il livello di violenza raggiunto nella valle casentinese che può essere spiegato da una parte con il desiderio di vendicare i due camerati e dall'altra dalla violenza che caratterizzava la divisione Hermann Goring.



Liberamente tratto dall'articolo di Daniel Centrone:

https://www.toscananovecento.it/custom_type/13-aprile-1944-la-pasqua-di-vallucciole/





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