GIRO NELL'AREA DELLA GEOTERMIA

10-02-2021 09:15 -

In attesa che la pandemia sia debellata ... pubblichiamo alcuni "giri" nella nostra magnifica Toscana. Cominciamo con il resoconto di una bella girata fatta il 25 aprile 2019 nell'area della geotermia ... sperando che possa servire da ispirazione a qualcuno dei nostri lettori.

Mi sono alzato presto in questo 25 aprile. Da molto tempo mi ero ripromesso di fare un bel giro nell’area della Geotermia, ai confini delle provincie di Pisa, Livorno e Grosseto. Ho studiato il percorso sulla cartina: sono tutte strade che ho già fatto in bici, ben tenute dal punto di vista dell’asfalto e magnifiche da quello del panorama.
La mattina presto non trovo traffico: sono le 6,30. All’uscita da Livorno incrocio un ciclista molto mattiniero. Arrivo a Pomarance e parto quasi alle 8 precise, direzione Montecerboli. Anche se sono coperto, fa freddino. Al primo dentello, poche centinaia di metri di salita, vado subito in affanno. “Si comincia bene!” penso. D’altra parte sono notoriamente un “bradipo” e ho bisogno di un po’ di chilometri per carburare. Supero una seconda salita e arrivo a Montecerboli, sulla destra Larderello e la valle del diavolo, con gli impianti geotermici dell’ENEL. Ancora uno strappo ed ecco il bivio per Serrazzano. Da qui la strada sale e scende dolcemente. Alterno il 34 al 50 per evitare di indurirmi troppo la gamba. A Serrazzano mi fermo al bar “Il bersagliere” dove prendo un caffè e noto una foto con dedica dell’ex professionista americano Hampsten “Gavia 1988, agli amici del bar il bersagliere”. Gli appassionati di ciclismo sanno cosa accadde nella tappa da tregenda che affrontò il Gavia nel 1988 e l’americano fu uno dei protagonisti di quelle vicende. Non ricordo se vinse la tappa. Controllerò. (*)
Serrazzano è una bella salita, breve ma dura … per fortuna io la faccio in discesa. Sullo sfondo ancora impianti geotermici. Scatto qualche foto qua e là. A Canneto, bel paesino, mi fermo a mangiare una barretta e poi mi butto nella mai pericolosa discesa che in mezzo al bosco mi porta al bivio per Monterotondo. In questo tratto incrocio qualche gruppetto di cicloamatori. Non ne incontrerò molti, per la verità. Penso che gli appassionati che vivono sulla costa evitino le strade che ho scelto di fare perché i giri sono piuttosto lunghi, oltre che impegnativi. O forse è solo un caso.
La salita di Monterotondo è molto lunga, più di 14 chilometri. In pratica si parte da circa 70 metri sul livello del mare per arrivare a circa 600 metri di altitudine. La parte iniziale è assolutamente tranquilla, con pendenze dolci; dopo cinque chilometri inizia il tratto più impegnativo ma mai durissimo. Non conosco la strada ma se anche la conoscessi l’affronterei col mio solito passo: lento ma sicuro. Quando arrivo in paese la salita non è ancora finita ma vedo che nella piazza si celebra la Festa della liberazione con una banda di giovani musicisti che suonano di fronte ad una cinquantina di persone. Chiedo ad uno del paese di scattarmi una foto. E’ gentile e me ne fa tre. Meglio abbondare, tanto non costa niente. Un suo amico mi chiede se sono solo oppure se sono uno dei “rompiballe” che in gruppo disturbano gli automobilisti. Lo dice scherzando ma meriterebbe una risposta adeguata. Non ho voglia di arrabbiarmi e lascio perdere.
La salita finisce poco prima di entrare sulla SR 439 “Sarzanese-Valdera”. Mi fermo perché mi tocca la seconda barretta della giornata. Poco dopo, però, mi fermo ancora: ho notato un cippo che raffigura Garibaldi che è passato da qui un 150 anni fa abbondanti. Foto. Mi dico che da ora in avanti è quasi tutta discesa. Mi sbaglio. Effettivamente un tratto di discesa c’è ed è anche veloce (tocco i 65 km/h) ma subito dopo devo affrontare un drittone che sembra tranquillo e invece mi troncherà le gambe più della salita di Monterotondo, probabilmente anche perché lo affronto con un rapporto inadeguato.
Castelnuovo val di Cecina è uno splendido paesino dove incontro i preparativi per i festeggiamenti del 25 aprile. Anche qui c’è la banda del paese, rafforzata, vedo, dai giovani musicisti che avevo visto a Monterotondo e che ritrovo mentre solfeggiano un pò. Da ora in avanti la strada è tutto un salire e uno scendere fino a Pomarance. L’ho già fatta un paio di volte in bici ma quando arrivo in vista del paese non ne posso più di questi “mangia e bevi”.
Comunque è fatta: il garmin segna 86 km, 1392 metri di dislivello positivo (STRAVA me ne indicherà circa 100 di più), 1400 calorie consumate. Sono stanco ma non bollito. Anche questa è fatta!
Maurizio
(*) ho controllato: Hampesten arrivò secondo in quella tappa e vinse, primo non europeo, il Giro di quell’anno. Ho anche scoperto che Hampsten oggi vive a Donoratico.