LIVORNO - MIEMO - LIVORNO

15-04-2019 14:23 -

Per pasqua e pasquetta, come tutti gli anni, si sospendono le uscite programmate che riprenderanno domenica 28 aprile. Auguri a tutte e a tutti.

Con l'occasione pubblichiamo il resoconto di una magnifica uscita ... magari può essere uno spunto per coloro che ancora non hanno fatto questo giro!


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E' sabato. Mi alzo abbastanza presto. Ho deciso di
approfittare del giorno di libertà dal lavoro per farmi un bel giro in bici.
Colazione veloce, come sempre a base di fette biscottate e marmellata, questa
volta di fichi. Effettivamente mi tratto benino! Riempio due borracce, una con
la mia solita pozione magica stile Panoramix (tranquilli, tutta roba naturale:
spremuta di 4 aranci con un limone, un cucchiaino di miele e uno di zucchero) e
una, di riserva, con acqua... del sindaco.



Esco alle 8. Fa freddino. D'altra parte la regola è: “se non patisci freddo
all'inizio patirai caldo in seguito”. In effetti un po' di freddo lo sento,
soprattutto alle mani, anzi alle dita.



Il giro che mi sono prefissato di fare è lunghino (circa 120 km) e quindi la mia
andatura sarà in modalità “girata”, cioè
senza mai guardare il computerino e lasciando che le gambe girino come possono.
La temperatura, come detto, è bassa (circa 9°) e nelle prime discese il freddo
si fa sentire. Percorro via delle Sorgenti. Traffico scarso. Bene. Un idiota su
un SUV mi passa come un razzo … andrà a 120 km all'ora. Forse anche più. Chissà
cosa dovrà fare di così importante.



Supero Acciaiolo e affronto tranquillamente il primo strappetto di giornata, i
Greppioli. Non duro fatica. Bene, forse è la mia giornata. La salita della
Madonnina la faccio cercando di non andare in affanno e quindi tenendo basse le
pulsazioni. “Salvo la gamba”, come si dice. Affronto con calma anche l'altro
strappetto dei campi sportivi che segue subito la deviazione per Chianni. La
strada va su e giù ma la conosco bene e l'affronto con rapporti adeguati. Alla
“cabina” giro verso Terricciola. Fa ancora freschino e affronto la veloce
discesa frenando più del solito: meglio non rischiare la bronchite. Svolto
verso Croce del Magno da dove parte una ripida salita verso Chianni che però,
per fortuna, non fa parte del giro che voglio fare. Dopo la Croce del Magno la strada sale
dolcemente per poi ridiscendere altrettanto dolcemente fino a raggiungere la provinciale
che da La Sterza porta alla Salaiola: strada bellissima che per molti anni era
stata tenuta in uno stato pietoso, intransitabile per i ciclisti con bici da
strada. Per fortuna l'hanno risistemato e da un paio d'anni è nuovamente
percorribile.



Incontro un gruppo di ciclisti che percorrono la strada in senso inverso al mio ci
salutiamo, una bella usanza che non tutti hanno. Supero la deviazione per il
Garetto, micidiale salita che porta al Monte Vaso. Secondo me una delle salite
più dure fra quelle delle nostre parti.



La salita di Miemo comincia che quasi non me ne accorgo. Anche se ho deciso di
fare il giro in modalità assolutamente “turistica”, questa salita la farò di “rapporto”,
esattamente col 50x19. Nell'unico tratto appena appena un po' impegnativo,
però, mi pianto clamorosamente … mi accorgo di aver sbagliato rapporto … avevo
il 50x17 … porca miseria … “ammanacco” sul cambio … ma rischio egualmente di
cadere visto che il tratto duro si trova su una curva a gomito. Col rapporto
giusto arrivo tranquillamente alla deviazione per Miemo, “cima Coppi” della
giornata (circa 380 metri di quota). Mi fermo, mangio e scatto qualche foto col
cellulare. Verranno tutte malissimo.



La discesa è tranquilla anche se la strada in qualche breve tratto è dissestata,
ma niente di particolarmente pericoloso, basta farla con prudenza. Incontro
due, forse tre, auto. Una goduria. Passo sotto Casaglia, che meriterebbe una
visita ma la strada per arrivarci è impegnativa e, soprattutto, sterrata. Raggiungo
la Salaiola, strada molto bella, rifatta di recente. Traffico scarso. Incrocio
gruppi di ciclisti, qualcuno saluta, altri no. Prima di San Pietro in Palazzi
(sono alle porte di Cecina) prendo per la “pisano-livornese” (SR 206). Spira
una brezza di mare che non disturba. A questo punto ho varie possibilità per
rientrare a Livorno. Decido di proseguire sulla strada regionale: c'è un po' di
traffico ma non ci sono camion. La situazione è gestibile. Al Malandrone, mangio
la seconda barretta della giornata.



Supero le deviazioni per i bei paesini che si trovano sulla colline: Castellina,
Rosignano, Santa Luce, Castelnuovo e Orciano. Ho deciso di “tagliare” passando
per Gabbro e la Malavolta. La salita del Gabbro non è banale: è piuttosto
“ignorante” specie dove si costeggia la Fornace, si “respira” in paese e poi si
affronta un altro strappetto durino di circa 1 km, la Malavolta. Alla fine sono
circa 5 km di salita. Non è il Mortirolo, però …



Finalmente è tutta discesa: la strada, rifatta dopo l'alluvione del settembre 2017, è
magnifica. Nonostante che sia in bici da quasi 5 ore le gambe girano benino,
potrei pigiare un po' ma non ne faccio di nulla. Collinaia, Villa Corridi,
Salviano … sono a casa



Il Garmin segna, 5 ore e 6 minuti in bici, 121 km, circa 1300 metri di dislivello positivo, circa 1800
calorie consumate,.



Insomma, una bella girata!

Maurizio