Agli albori del ciclismo femminile
IL RECORD DI M.LLE DE SAINT-SAUVEUR

07-03-2020 / 07-05-2020 - APPROFONDIMENTI

La bicicletta è stata, e in parte lo è ancora, parte integrante della lotta per l'emancipazione femminile. Non a caso il convegno femminista di Parigi del 1896 definisce la bicicletta “egualitaria e livellatrice”. La battaglia fu però durissima perchè doveva combattare contro pregiudizi e morale religiosa. In Italia, ma non solo, illustri ginecologi e medici di famiglia si congregarono e si fecero portavoce di una decisa opposizione accusando la bicicletta di essere portatrice di diversi mali: la masturbazione, l’erotomania, le vertigini, gli sbocchi di sangue, le febbri e addirittura le morti improvvise. Per i più bigotti le donne in bicicletta erano la personificazione del diavolo. Gli organismi ciclistici internazionali, composti, naturalmente, da soli maschi, massacrarono il ciclismo femminile, riuscendo nella prima meta del '900 a cancellarlo di fatto dalla storia dello sport. Così mentre le donne usavano normalmente la bicicletta, le gare femminili erano di fatto vietate e le ragazze che volevano fare sport erano dirottate su attività considerate più feminili.
La storia che raccontiamo è quella dei primi record dell'ora stabiliti alla fine dell'800, record cancellati e misconosciuti.
Non è la prima volta che affrontiamo l'argomento del primo ciclismo femminile: qui abbiamo raccontato le imprese delle cicliste italiane negli anni '60.