ELOGIO DEL SALUTO FRA CICLISTI

24-09-2016 / 24-10-2016 - anno 2016

"Se i pedoni si ignorano, se gli automobilisti si insultano, i ciclisti si sorridono, si salutano e si uniscono"(Jacques Goddet storico patron del Tour de France)
Le nostre strade, come in generale le strade di tutt´Italia, sono affollate di ciclisti. Con le nostre magliette colorate diamo spesso un po´ di vivacità a luoghi non sempre bellissimi, come le periferie di tante città.
I ciclisti si incontrano e, bella abitudine, si salutano.
Ricordo un amico, ciclista neofita, che mi raccontava come vedendosi salutare dai ciclisti che incrociava si era domandato, all´inizio, se fossero gente che conosceva ...
Bella consuetudine quella del saluto fra ciclisti. Persone di ogni sesso ed età che si scambiano un saluto (vocale, con la mano o ancora più semplicemente con un cenno della testa o con un sorriso), perché si sentono parte di una comunità, quella degli appassionati di bicicletta, gente a cui piace far fatica per il gusto di poter stare per qualche ora con l´amata bicicletta nel mezzo alla natura.
Purtroppo notiamo che l´abitudine del saluto si sta un po´ perdendo.
Va bene, ci sono gli imbecilli – ammettiamolo, ne esistono anche fra i cultori del nostro sport – che si credono Nibali o Aru e sono troppo impegnati a guardarsi il completino nuovo o a scrutare il ciclo computer per perdere tempo a salutare i loro consimili che incrociano per strada.
Ci sono per la verità anche un altro tipo di imbecilli, quelli che mentre li incroci ti guardano (o forse guardano la bicicletta) e quando li saluti anche solo con un sorriso o con un cenno del capo, ti lanciano un´occhiata ebete neppure tu fossi un marziano. Valli a capire: è così difficile rispondere ad un saluto?
Ma a parte gli imbecilli, ci sono spesso normali appassionati, magari pure simpatici e cordiali, che però non salutano. Penso sia capitato a tutti di venir superato (o superare) ciclisti che non salutano. Poi ci fai magari un po´ di km assieme, ci scambi due parole, si sbloccano e si dimostrano persone simpatiche con le quali fare qualche km assieme. Ma allora perché non hanno salutato?
Altra questione è quella dell´atteggiamento da tenere quando si vede un ciclista in difficoltà. Ora se il ciclista appiedato fa parte di un gruppo, inutile chiedere se ha bisogno di qualcosa. Ma se il ciclista è solo è buona abitudine chiedere se ha problemi. Più volte ci è capitato di avere bisogno di una mano semplicemente per una foratura o per qualcosa di più grave. Chi scrive queste note fa diversi km in bici e gliene sono accadute di tutti colori. Quando sei in difficoltà fa piacere vedere un "collega" che si ferma per darti una mano. Una volta un ciclista tedesco, con delle mani enormi, mi aiutò a cambiare la gomma ... eppure non parlava una parola di italiano. Un´altra volta un biker mi diede una mano per gonfiare la gomma – allora avevo una pompetta che faceva schifo -  permettendomi di arrivare da un gommista che compi l´opera.
Eppure capita spesso di essere in difficoltà e vedere ciclisti che fanno finta di non vederti (non avessero a perdere il ritmo del loro allenamento, aho brodi!). Che pena! Quando mi capita una cosa del genere spero sempre che esista un dio dei ciclisti – o forse un diavoletto - che dopo aver risolto il mio problema mi dia la possibilità di vedere il tizio che mi ha ignorato fermo ai bordi della strada con una ruota a terra ... che "malefica" soddisfazione!
Salutiamo, dunque - un saluto non fa male a nessuno - e diamoci una mano perché la solidarietà (non solo tra ciclisti) è la base del vivere comune.
In allegato alcune ironiche riflessioni sull´argomento, apparse recentemente su un blog ciclistico.
Buona lettura.