L´ANGOLO DI IMBARDATA la bici come una vela...?

27-12-2016 / 23-01-2017 - APPROFONDIMENTI

Una volta un occasionale compagno di girata si lamentò smadonnando anche un po´: "Porca ..., dalle nostre parti c´è sempre vento e si dura un sacco di fatica!". Ricordo che eravamo sulla via Emilia e dovevamo affrontare un ventaccio di tramontana che rallentava di molto la nostra andatura.
In effetti il vento è un nemico giurato del ciclista anche se è vero che di solito il vento ci danneggia all´andata ma poi ci favorisce al ritorno (o viceversa). Però siamo molto più sensibili al vento contrario che non a quello favorevole ...
Tutte queste considerazioni – per la verità piuttosto ovvie – mi sono venute in mente quando ho letto di un concetto che non conoscevo, quello dell´angolo di imbardata.
Innanzitutto vediamo cos´è l´angolo di imbardata. "Immaginate di appendere un filo di seta al vostro reggisella – scrive Max Glaskin su Cyclist di dicembre – e quindi di uscire in bici dirigendosi verso nord. Dando per scontato di essere in una giornata priva di vento, vedremmo il filo teso dietro di voi, puntando verso sud, allineato alla ruota posteriore. Immaginate adesso che il tempo cambi improvvisamente e il vento soffi da ovest. Questa nuova forza agirà sul filo di seta, spingendolo verso sudest e aprendo un angolo tra il filo e la direzione sud della ruota posteriore". Ecco, questo è quello che definiamo "angolo di imbardata".
E´ evidente che l´angolo di imbardata esiste solo se il vento è contrario o laterale rispetto al senso di marcia della bici, poiché se spinge nella stessa direzione l´ipotetico filo di seta verrebbe spinto nella stessa direzione della bici.
Il concetto di angolo di imbardata è quello che spiega i famosi "ventagli" che si formano nei gruppi dei professionisti in caso di vento laterale e che tanti danni provocano nelle corse del nord Europa (ma anche ai recenti mondiali di Doha la selezione l´ha fatta il vento e quindi i "ventagli").
Più il vento è laterale rispetto alla direzione di marcia della vostra bici più l´angolo di imbardata si allarga.
L´angolo di imbardata invece tende a ridursi quanto è maggiore la vostra velocità. Sempre il citato articolo di Cyclist ce lo dimostra con l´esempio di una discesa affrontata con il vento laterale: anche in presenza di vento laterale la maggiore velocità tenderà a spingere il nostro ipotetico filo di seta verso sud abbastanza in linea con la ruota posteriore. Si avrà quindi una diminuzione dell´angolo di imbardata.
Una conseguenza è che per i professionisti – che vanno forte - l´angolo di imbardata è "relativamente" ridotto mentre per i cicloamatori – che vanno piano – esso tende a allargarsi e di molto!
Secondo i costruttore di bici l´angolo di imbardata solitamente va dai 5 ai 15 gradi. Il risultato è che le bici dei prof – che spesso si vedono in giro anche fra i cicloamatori – sono ottimizzate per angoli di imbardata ritenuti ottimali. "Alcuni hanno chiesto aiuto alle case automobilistiche – ha scritto Marco Giachi su "Analisi e calcolo" del 2014 - e si è capito che la vecchia progettazione a 0° di imbardata non è la più conveniente perché - statisticamente parlando - il profilo non è mai a incidenza nulla; ed allora si è affermato il concetto di progettare ad angoli compresi tra 10° e 15° che ha portato la scoperta che un profilo con questi angoli di vento laterale può anche dare una spinta come una vela di bolina ed allora le ore di CPU(*) sono aumentate velocemente perché lo stesso concetto è stato esteso ai cerchi delle ruote i cui costruttori hanno dovuto adeguarsi rapidamente alle nuove tendenze per stare al passo dei telaisti. Oggi, tutti i telai più evoluti (direi la totalità di quelli presenti al Tour de France) sono progettati secondo questi criteri ed il temutissimo vento laterale è un po´ meno temuto, almeno dal punto di vista del telaio".
Come si legge la questione ha preso così piede che alcuni costruttori vantano un pregio in più per i loro telai: essi sarebbero in grado di sfruttare i venti laterali per generare spinta in avanti, come una sorta di vele!
E´ il caso del costruttore americano Litespeed che dichiara che il suo modello C1, ha un vantaggio funzionale del 16%, in tutti gli angoli di imbardata, rispetto ad un telaio tradizionale.
Sarà vero? Molti esprimono dubbi ... però chissà ... se quel mio occasionale compagno di strada sulla via Emilia avesse potuto avere un telaio ultra-aerodinamico avrebbe egualmente smadonnato ...?

(*) l´articolista fa qui riferimento alle ore di ricerca e sviluppo che si sono rese necessarie per implementare questa scoperta nelle restanti componenti della bicicletta









Note