FELICE GIMONDI
DA ME IN POI con Maurizio Evangelista

11-11-2016 / 11-12-2016 -
RECENSIONI

Per molti gli anni a cavallo fra i ´60 e i ´70 del secolo scorso sono stati quelli in cui il ciclismo ha raggiunto il massimo splendore. Dopo- sostengono - è iniziata l´epoca degli scienziati, degli stregoni e il ciclismo è andato declinando fino ad arrivare agli anni a cavallo del nuovo secolo, anni terribili in cui a causa del dilagare del doping il ciclismo ha perso gran parte della sua credibilità e dai quali si sta, faticosamente, riprendendo solo ora.
Senza condividere totalmente questa catastrofistica teoria rimane il fatto che in quegli anni il ciclismo rimaneva molto popolare - secondo solo al calcio - anche grazie alle sfide interminabili fra tanti campioni. Eddy Merckx innanzitutto ma anche il suo tenace avversario, Felice Gimondi, e decine di altri corridori che hanno punteggiato le cronache ciclistiche di quegli anni.
Chi ha vissuto, sia pur da giovanissimo tifoso, quegli anni ricorda i mitici Giri di quegli anni, le Milano - Sanremo che gli italiani non riuscivano a vincere, le cronache di Adriano De Zan, i processi alla tappa di Sergio Zavoli, le immagini in bianco e nero che andavano e venivano causa il maltempo, le figurine dei ciclisti pubblicate dal Corriere dei piccoli, e tanto altro ancora.
Al libro scritto recentemente da uno degli eroi di quegli anni, Felice Gimondi, è dedicata la recensione di questo mese.
Buona lettura.








Note