BOTTECCHIA, IL FORZATO DELLA STRADA
di Paolo Facchinetti

05-02-2016 / 19-02-2016 -
RECENSIONI

Ottavio - si chiama così perché è l’ottavo di nove fratelli – nasce a S. Martino di Colle Umberto, nei pressi di Pordenone, nel 1894. Appena finiti gli “studi” diventa garzone da un ciabattino e poi fa il muratore. Nel 1914 viene chiamato alle armi giusto in tempo per non perdersi neppure un giorno della “grande guerra”. Due volte preso prigioniere, riesce due volte a scappare. Alla fine della guerra fa il carrettiere nella ditta di trasporti del padre. Intanto si è sviluppata in lui la passione per la bicicletta. Viene scoperto da Luigi Ganna, vincitore del primo Giro d’Italia, che lo ingaggia. Al primo Giro arriverà quinto. Corre in bici e vince spesso tanto che lo nota il giornalista e organizzatore del Tour Henry Desgrange che lo porta in Francia per correre la “grande boucle”. Vi parteciperà quattro volte: nel 1923 indossa la maglia gialla ma alla fine e “solo” secondo, nel 1924 e 1925 vince, primo italiano a riuscirci, a mani basse (addirittura nel ’24 indossa la maglia gialla dal primo all’ultimo giorno di gara), nel 1926 è costretto al ritiro per una caduta. Con le vittorie arriva la notorietà e un po’ di soldi
Bottecchia muore in circostanze per lo meno misteriose nel 1927, durante un allenamento.
Alla sua biografia, realizzata da Paolo Facchinetti, è dedicata la recensione di questa settimana